Mamma, perché non mi vaccini?

Mamma, perché non mi vaccini?

morbillo
Una volta c’era “Mio cuggino (tassativamente con due g)”. Oggi ci sono i social networks a svolgere il ruolo di dispensatori di verità supreme e indiscutibili. Internet è uno strumento meraviglioso, che ha permesso lo scambio e la diffusione delle idee e l’accesso istantaneo a tutto lo scibile umano; peccato che lo stesso mezzo sia utilizzato per diffondere stupidaggini assurde che, complici superficialità ed ignoranza, diventano subito virali. Così, se prima c’era sempre chi giustificava le fesserie che raccontava dicendo che gliele aveva raccontate “suo cuggino“, oggi bastano Twitter e Facebook a trasformare una cavolata in una verità indiscutibile.

La diffusione delle notizie si basa sul meccanismo: “Nel dubbio condivido: che male faccio?” Uno dei casi in cui di male se ne fa, e tanto, è quello che sta portando tanti genitori, improvvisamente trasformati in premi Nobel per la medicina dopo aver condiviso un post su Facebook, a non vaccinare i propri figli nel timore che possano diventare autistici. Da dove nasce questa deleteria leggenda metropolitana?

Nel 1998 il medico britannico Andrew Wakefield pubblicò un articolo nel quale sosteneva la correlazione tra il vaccino trivalente e l’insorgere dell’autismo. Scienziati di tutto il mondo cercarono conferme di questo studio senza trovarne, fino a quando la verità venne fuori: le affermazioni di Wakefield erano inventate a tavolino e i dati che le sostenevano erano stati fabbricati o falsificati. Si scoprì anche il perché di questa farsa: lo pseudoscienziato (che – si badi bene – non aveva mai affermato che erano i vaccini in generale a far male, ma solo quelli polivalenti), si preparava a sfruttare commercialmente le sue balle, grazie ad un accordo con una casa farmaceutica che – guarda caso – produceva vaccini separati, da usare singolarmente per ogni malattia. Appurato l’accaduto, Wakefield fu denunciato e radiato dall’ordine dei medici. Fine della storia. Almeno, questo è quello che sarebbe logico pensare. E invece…..

Invece sono arrivati internet e i social networks a rilanciare la bufala, peggiorandola: infatti ora non sarebbero più solo quelli polivalenti a causare l’autismo, ma tutti quanti i vaccini, indistintamente. A sostenere questa tesi, in alcune nazioni, sono intervenuti attori e personaggi famosi. Ora, se voi aveste da un lato Chuck Norris che, forte della sua laurea all’Università di WhatsApp, vi dice di non vaccinare i vostri figli, e dall’altro i più seri ed affidabili medici che vi raccomandano di continuare a proteggerli dalle malattie, a chi dareste retta?

Ovviamente Chuck Norris riscuote più credito, con risultati sconcertanti. In molti paesi, fra cui l’Italia, si registra un fortissimo aumento dei casi di morbillo. Il morbillo non è una malattia innocua: in Africa era una delle prime cause di mortalità infantile (altro che Ebola….) prima che le vaccinazioni di massa riducessero del 90% i decessi. In media, un malato di morbillo ogni 1.000 contrae un’encefalite che può causare danni permanenti, o addirittura la morte.

Si dirà che i genitori dovrebbero essere liberi di decidere quale sia il meglio per i loro figli. Ora, a parte il fatto che persone convinte di poter trovare la verità su Facebook meriterebbero di essere private della patria potestà, la loro scelta scellerata potrebbe avere conseguenze tragiche anche su altri. Un bambino sotto i 12 mesi è troppo piccolo per vaccinarsi, ma non è troppo piccolo per essere contagiato. E’ solo questione di tempo: prima o poi avremo il primo bimbo morto di morbillo, ed allora non servirà a molto raccontare alla famiglia: “Ma lo avevo letto su Facebook…. Lo aveva condiviso pure mio cuggino!”