Cosa si dovrebbe sapere sull’Islam

Cosa si dovrebbe sapere sull’Islam

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L’informazione più importante da dare in questi giorni di follia non è stata data. Ancora una volta stupisce la superficialità e l’ignoranza con cui i mezzi di comunicazione trattano anche situazioni gravi come questa; in alcuni casi è legittimo parlare di vera e propria malafede.

A scanso di equivoci premetto che non esiste nessuna opinione, nessuna idea, nessuna vignetta che possa anche solo lontanamente giustificare l’uccisione di un essere umano.

Detto ciò, è assurdo che nessuno si sia premurato di ricordare una delle caratteristiche peculiari della religione musulmana, vale a dire la sua iconoclastia. Per l’Islam, come peraltro per l’Ebraismo, è assolutamente vietato rappresentare in qualsiasi forma Dio (perché in effetti non si chiama Allah come quasi tutti credono: “Allah” è la parola araba che corrisponde alla nostra parola “Dio”) o i profeti.

Se qualcuno è mai entrato in una moschea (io l’ho fatto al Cairo, e ne vale assolutamente la pena) avrà notato l’assenza di qualsiasi dipinto o statua: le pareti e i solai sono decorati con splendidi motivi geometrici, quelli che noi chiamiamo “arabeschi”. Perché? Perché gli Arabi, al pari dei loro rivali Ebrei, considerano tutto ciò che è sacro troppo grande, troppo distante dal mondo terreno per essere dipinto o raffigurato con sculture. Cercare di dipingere Maometto rappresenterebbe un sacrilegio, perché significherebbe inevitabilmente sminuirlo.

A questo punto dovrebbe essere chiaro che disegnare il Profeta, farlo addirittura su vignette che lo sbeffeggiano, significa insultare gravemente un miliardo e mezzo di persone con quella che per loro rappresenta un’autentica bestemmia. Si è parlato molto di libertà di espressione o libertà di satira, ma io credo che questo non significhi libertà di insulto, tanto più che le vignette ripubblicate da “Charlie Hebdo” venivano da una rivista neonazista danese ed avevano esattamente lo scopo di provocare i musulmani. Ribadisco la condanna per ogni forma di violenza, ma anche pubblicare materiale che umilia ed offende tante persone è violenza.

Per rendere l’idea, è come se in un ufficio lavorasse un individuo noto per la sua gelosia, e tutti i suoi colleghi si divertissero a fare battute che mettono in dubbio la moralità della moglie. Ovvio che questo non lo autorizzi a presentarsi in ufficio con il mitra, ma vi sembra corretto il comportamento dei colleghi?